26 febbraio 2008

Rebels of the Neon God (Tsai Ming-liang, 1992)

Rebels of the Neon God (Ch'ing shaonien na cha)
di Tsai Ming-liang – Taiwan 1992
con Lee Kang-sheng, Chen Chao-jung
***

Rivisto in DVD, in originale con sottotitoli.

Piove sulla città, gli scarichi si intasano e i giovani liceali vanno a scuola in moto per poi riversarsi di sera nelle strade illuminate da insegne colorate e nelle sale giochi dove trascorrono le ore davanti a consolle di ogni tipo. Sulla parete campeggia un poster di James Dean: i nuovi "rebels" non sono più senza una causa ma sono devoti al dio del neon. Il primo lungometraggio di Tsai Ming-liang, un mio autore cult, segue per alcuni giorni l'esistenza vuota di alcuni di questi giovani sperduti, senza comunicazione fra loro e soprattutto con i genitori e gli insegnanti. Hsiao-kang, interpretato da un esordiente Lee Kang-sheng (scoperto da TML proprio in una sala giochi: diventerà il suo attore feticcio e sarà il protagonista di tutti i suoi film, interpretando sempre lo stesso personaggio come Jean-Pierre Lèaud nelle pellicole di Truffaut), ha la faccia da bravo ragazzo, è silenzioso, timido e immaturo. Abbandona la scuola all'insaputa dei genitori (il padre fa il tassista, la madre è devota a strani culti esoterici) e osserva da lontano la vita ben più socievole di un altro ragazzo, Ah-tze, che gira in compagnia di un amico a scassinare apparecchi telefonici e può permettersi di approcciare, sia pur goffamente, Ah-kuei, la ragazza di suo fratello. Hsiao-kang, che sembra aver rinunciato a qualsiasi contatto sociale, continuerà la propria ribellione silenziosa vandalizzando la moto di Ah-tze proprio nella notte in cui il ragazzo sta facendo sesso con Ah-kuei. La mattina dopo, dopo aver provato per la prima volta a scambiare qualche parola con Ah-tze, cercherà inutilmente di cambiare vita. Con una fotografia livida e piena di fascino, un'atmosfera avvolgente per il suo andamento realisticamente lento, una colonna sonora ritmica e ossessiva, e una regia che guarda alla nouvelle vague francese ma soprattutto ad Antonioni e Tarkovskij (con il quale condivide l'attrazione per l'acqua e l'umidità), TML esordisce con un film con i fiocchi e uno stile già perfetto, che in seguito "limerà" giusto un po' per renderlo ancora più sobrio ed essenziale.

4 commenti:

Shadowland ha detto...

Adoro Tsai Ming Ling. Sono d'accordo. Qui è un po "abbondante", ma parte già alla grande.

Christian ha detto...

Proprio così. Per me il suo film più bello resta "Vive l'amour", ma amo moltissimo anche gli altri, a partire da "The hole" e "Goodbye Dragon Inn".

Shadowland ha detto...

D'accordo. "Vive l'amour" e "The Hole" per me sono i suoi apici.

Ti ho linkato. :-)

Torakiki ha detto...

Bellissimo! ^^