21 aprile 2013

North Face - Una storia vera (P. Stölzl, 2008)

North Face - Una storia vera (Nordwand)
di Philipp Stölzl – Germania 2008
con Benno Fürmann, Florian Lukas
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Visto in divx, con Sabrina.

La storia del tragico tentativo di scalata alla parente nord dell'Eiger, nel 1936, nel quale persero la vita due coppie rivali di alpinisti, gli austriaci Edi Rainer e Willy Angerer e i tedeschi Toni Kurz e Andreas Hinterstoisser (questi ultimi sono i due protagonisti del film). Se la caratterizzazione dei personaggi è appena abbozzata, la pellicola rende invece giustizia all'ambiente dell'epoca, con le pesanti influenze dell'apparato nazista che vedeva anche nella conquista sportiva – eravamo alla vigilia dell'Olimpiade di Berlino – uno degli strumenti per affermare la supremazia nazionale, nonché l'interesse sempre più in crescita del grande pubblico verso l'alpinismo, in questo caso pregustando l'eroica conquista dell'ultima grande vetta ancora inviolata dell'arco alpino, considerata "impossibile" da scalare (era già costata la vita ad altri rocciatori, e sarebbe stata conquistata solo due anni più tardi). Interessante, sotto questo aspetto, la sottotrama della giornalista Luise (Johanna Wokalek), innamorata di Toni, uno degli rocciatori, che ne segue trepidante l'ascensione dall'albergo ai piedi della montagna e tenta inutilmente di salvarlo (con l'aiuto delle guide bernesi) quando si rende conto che, per il peggioramento improvviso delle condizioni del tempo, ha poche speranze di tornare sano e salvo. Il contrasto fra le difficile situazione in cui si trovano gli arrampicatori (al freddo, senza cibo e riparo) e quelle più "agiate" di chi segue a distanza il loro tentativo (giornalisti, turisti e curiosi, al caldo e a brindare nell'albergo) è un'immagine che resta impressa, così come le differenze di valori: la solidarietà e il sacrificio degli alpinisti (con la decisione di interrompere la scalata per portare in salvo il compagno ferito) contro l'opportunismo e il cinismo degli osservatori (il giornalista che dichiara che una tragedia è più utile di una semplice ritirata). Ben realizzate, in ogni caso, le scene della scalata, grazie anche a una fotografia nitida e d'atmosfera, che ne ricostruiscono assai fedelmente la dinamica e mostrano tutte le difficoltà e le incertezze dei primi e coraggiosi tentativi di arrampicata, quando l'alpinismo non era un semplice sport ma una vera e propria lotta contro le forze della natura, una battaglia che metteva davvero a rischio la propria vita, fra equipaggiamenti inadeguati (se confrontati a quelli disponibili oggi), totale mancanza di vie già battute, e imprevedibile inclemenza delle condizioni climatiche.

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