12 luglio 2013

Milano calibro 9 (Fernando Di Leo, 1972)

Milano calibro 9
di Fernando Di Leo – Italia 1972
con Gastone Moschin, Mario Adorf
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Rivisto in DVD, con Giovanni, Marco, Eleonora e Sabrina.

Uscito da San Vittore dopo aver scontato tre anni per una rapina, Ugo Piazza (Gastone Moschin) si ritrova braccato dagli uomini dell'"Americano", il gangster per cui lavorava, convinto che proprio lui sia il responsabile della misteriosa sparizione di trecentomila dollari avvenuta esattamente tre anni prima. Ugo proclama la sua innocenza, ma nessuno gli crede: né i suoi ex compagni (fra cui il siciliano Rocco, interpretato da Mario Adorf), né la polizia né tantomeno la sua ex ragazza (Barbara Bouchet); tuttavia l'Americano accetta di riprenderlo al proprio servizio, forse per controllarne meglio le mosse. Fra tradimenti, raggiri e colpi di scena, seguirà una sanguinosa resa dei conti. Ispirato all'omonima raccolta di racconti di Giorgio Scerbanenco (adattati dallo stesso Di Leo), è uno dei più begli esempi di noir all'italiana degli anni settanta (il termine "poliziottesco", in questo caso, è riduttivo), ammirato e citato – fra gli altri – da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez. Il personaggio di Ugo Piazza, ambiguo e sfaccettato, ricorda i protagonisti dei noir americani degli anni quaranta e cinquanta, così come gli intrighi e l'aura di nichilismo e di cinismo che pervadono la pellicola e che riescono a mantenere la tensione fino in fondo, superando i limiti e le ingenuità del genere. Queste si notano forse soltanto nelle scenette fra il commissario di polizia (Frank Wolff) e il vicecommissario Mercuri (Luigi Pistilli), che affrontano in maniera alquanto schematica tematiche sociali come l'immigrazione dal meridione, la fuga dei capitali in svizzera, gli anni di piombo. Memorabile invece il vibrante finale, con Rocco (acerrimo rivale di Ugo per tutto il film, ma in fondo un uomo della stessa pasta e che ne riconosce il valore) che si scaglia contro il giovane Luca: "Tu uno come Ugo Piazza non lo devi toccare! Tu quando vedi uno come Ugo Piazza il cappello ti devi levare!". Nell'ottimo cast (con Moschin – che dopo i tanti ruoli nelle commedie all'italiana dimostra qui tutta la sua poliedricità – e Adorf su tutti) figurano anche Philippe Leroy (il killer Chino, amico di Ugo) e Lionel Stander (l'Americano). L'ambientazione milanese, livida e brumosa, fa da ottimo sfondo a una trama ben orchestrata e che la regia di Di Leo vivacizza con inventiva e dinamismo (da ricordare per esempio le inquadrature, ruotate di 90 gradi, della danza sui tavoli di Barbara Bouchet). La bella colonna sonora è di Luis Bacalov, in collaborazione con il gruppo di progressive rock Osanna. Il film è considerato come il primo capitolo della "trilogia del milieu" del regista (gli altri due sono "La mala ordina" e "Il boss").

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