17 luglio 2013

Rapunzel (N. Greno, B. Howard, 2010)

Rapunzel - L'intreccio della torre (Tangled)
di Nathan Greno, Byron Howard – USA 2010
animazione digitale
**1/2

Visto in divx, con Sabrina.

Ispirato alla favola di Raperonzolo dei fratelli Grimm (il mantenimento del nome della protagonista in inglese, Rapunzel, è dovuto alle stesse leggi del marketing che ci avevano già "regalato" i vari Aladdin ed Hercules), il cinquantesimo classico animato della Disney è un'avventura vivace e diverente che da un lato si inserisce perfettamente nella tradizione fiabesca delle "principesse" della casa di Burbank (Biancaneve, Cenerentola, la Bella Addormentata, la Bella e la Bestia...) e dall'altro porta con sé anche l'imprinting "tecnologico" della Pixar (John Lasseter è produttore esecutivo). La fusione fra il character design tradizionale e l'animazione digitale è decisamente riuscita e assai gradevole, grazie anche ai riferimenti artistici al rococò francese. Il rendering non fotorealistico, in particolare, dona alla pellicola un'aura romantica e lussureggiante (soprattutto nella resa dei lunghi capelli biondi della protagonista). Numerose, com'era lecito aspettarsi, le modifiche apportate rispetto alla fiaba originale. Se molti elementi iconici sono rimasti intatti (la torre nel bosco, la lunga chioma, la frase "Sciogli i tuoi capelli", le lacrime guaritrici), altri sono stati eliminati o alterati. In particolare, nella favola Raperonzolo era di umili origini mentre il suo innamorato era un principe: qui i ruoli sono invertiti, con il portagonista maschile (Flynn Rider) che è addirittura un ladro. L'ambientazione è medievale e i personaggi sembrano usciti da un gioco di ruolo: e alcuni (i due complici di Flynn, per esempio) ricordano il "Dragon's Lair" di Don Bluth, che guarda caso nei tardi anni novanta aveva in programma proprio un film su Raperonzolo (ma il progetto non si concretizzò). Il ritmo incalzante, le trovate comiche (la padella che Rapunzel usa come arma), i bei disegni e l'eccellente fludità dell'animazione compensano ampiamente la debole caratterizzazione dei personaggi (tanto i buoni quanto i cattivi sono alquanto stereotipati, per non parlare dei comprimari): ma forse, in casi come questi, la semplicità è più un vantaggio che un difetto. Per il resto, sono presenti tutti i topòi dei classici d'animazione disneyani, dalle canzoni (opera di Alan Menken: non particolarmente ispirate, ma per fortuna poche) agli animaletti-sidekick (qui due: Pascal, il camaleonte compagno di Rapunzel; e Maximus, il cavallo bianco che dà prima la caccia e poi aiuta Flynn/Eugene). Una curiosità sul titolo originale: inizialmente il film sarebbe dovuto uscire con il titolo "Rapunzel" anche in America, e così era stato pubblicizzato. All'ultimo momento, nel timore che l'enfasi sulla protagonista femminile potesse tenere lontano il pubblico maschile (evidentemente non così amante delle "principesse"), la Disney ha cambiato il titolo in "Tangled", suscitando parecchie critiche ("È come se La sirenetta fosse stato ribattezzato Beached", ha commentato "Variety").

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