21 agosto 2013

Le vie del signore sono finite (M. Troisi, 1987)

Le vie del signore sono finite
di Massimo Troisi – Italia 1987
con Massimo Troisi, Jo Champa
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Visto in divx, con Sabrina.

Camillo (Troisi), che gestisce con il fratello Leone (Marco Messeri) una bottega di barbiere in una cittadina termale nell'Italia degli anni '30, perde l'uso delle gambe dopo la separazione dalla fidanzata Vittoria (Jo Champa). Il medico del paese, che aspira a introdurre la psicanalisi in Italia, sospetta che si tratti di una malattia psicosomatica: ma né le sue cure né un viaggio a Lourdes, durante il quale il ragazzo stringe amicizia con il timido poeta Orlando (Massimo Bonetti), producono il miracolo desiderato. A determinare la salute di Camillo è in effetti la sua altalenante relazione con Vittoria: tanto che, quando la ragazza rompe il fidanzamento con un altro pretendente, l'uomo torna a camminare. Al terzo film come regista, Troisi abbandona la piccola quotidianità napoletana e sceglie di collocare le vicende del suo personaggio in un periodo ben preciso della storia italiana recente (anticipando in questo il Benigni de "La vita è bella"), forse per evitare di ripetersi e per uscire dalla gabbia dei lungometraggi precedenti. L'ambientazione storica, pur funzionale alla trama, non è comunque preponderante: in primo piano rimangono sempre le vicende personali di Camillo, e gli elementi della dittatura fascista irrompono con prepotenza – e senza preavviso – solo a metà pellicola, dalla scena in cui il protagonista, a causa di un'innocua battuta su Mussolini, viene denunciato come possibile agitatore politico. Pur dando spazio anche ad alcuni comprimari (su tutti l'infantile Leone, che colleziona soldatini, legge fumetti – il "Corrierino", naturalmente! – e vive solo per accudire gelosamente il fratello malato; ma anche il timido e complessato Orlando), che peraltro gravitano sempre intorno a lui, Troisi non rinuncia ai monologhi surreali e alle battute memorabili (come quella sulla lettura: "Io sono uno a leggere, loro sono milioni a scrivere, non li raggiungerò mai") e trasforma il suo personaggio solitario e stralunato in un individuo più attivo, esuberante e mentitore. Camillo, che sperimenta innovativi ritrovati contro la perdita dei capelli e il dolore, è un personaggio che va sempre e comunque per la propria strada, incurante delle ideologie (aborrisce il fascismo, ma non gli lotta contro: ne è semplicemente una vittima innocente) e della religione (impara ben presto che è inutile attendersi un miracolo, anche se la Madonna continua ad apparire in sogno ai suoi conoscenti), e che si costruisce da solo il proprio destino. Enzo Cannavale è il padre, Clelia Rondinella è la sorella che si fa suora. Musiche (e una canzone, "Qualcosa arriverà") di Pino Daniele.

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