23 agosto 2013

Metade fumaca (Yip Kam-hung, 1999)

Metade fumaca (Ban zhi yan)
di Yip Kam-hung – Hong Kong 1999
con Eric Tsang, Nicholas Tse
**1/2

Visto in divx alla Fogona, in originale con sottotitoli.

Dopo aver trascorso trent'anni in Brasile, l'anziano gangster Mountain Leopard (Eric Tsang) torna a Hong Kong con l'intenzione di uccidere il suo antico rivale Nine Dragons (i nomi derivano dai tatuaggi che i due recano sulla schiena) e di ritrovare la donna (Shu Qi) che lui gli aveva sottratto. Qui stringe amicizia con il giovane delinquentello Smokey (Nicholas Tse), al quale chiede aiuto per portare a termine il proprio compito. Ma le cose non stanno come sembrano... Struggente e spiazzante melò che rivela le sue carte poco a poco e che gioca su più piani: inizialmente quello del conflitto generazionale, con il contrasto fra i mafiosi della vecchia guardia – che si mettono il parrucchino, si tingono i capelli, indossano abiti sgargianti per sembrare più giovani – e i nuovi malavitosi, che parlano inglese e non rispettano più i codici d'onori di un tempo; ma soprattutto quello della memoria, visto che il protagonista soffre di Alzheimer e cerca disperatamente di aggrapparsi ai pochi ricordi che ancora gli rimangono, su tutti il volto della donna amata, da lui incontrata nello spazio di una notte i cui eventi potrebbero non essersi svolti esattamente come va raccontando. Falsi ricordi, falsi eroismi e false vendette fanno da sfondo alla storia di un'amicizia fra due "outcast", l'uomo venuto da lontano (e ormai inevitabilmente fuori posto in una città che è cambiata) e il ragazzo che cerca di sopravvivere in una giungla urbana che probabilmente non è fatta per lui, anima fragile e sensibile che protegge le prostitute (lui stesso è figlio di una donna di strada e di un padre ignoto che cerca continuamente senza successo) e che è innamorato di una giovane poliziotta (Kelly Chen). Nell'insolito cast ci sono anche Anthony Wong (il gangster chiacchierone) e Sandra Ng (la donna capobanda). Il titolo significa "mezza sigaretta" e fa riferimento al mozzicone che Mountain Leopard ha conservato come ricordo della donna che ama. Bella la fotografia di Peter Pau, già responsabile di quella di "The killer".

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