30 agosto 2013

Ricatto (Alfred Hitchcock, 1929)

Ricatto (Blackmail)
di Alfred Hitchcock – GB 1929
con Anny Ondra, John Longden
**1/2

Visto in divx alla Fogona.

Alice è fidanzata con Frank, un detective di Scotland Yard, ma accetta il corteggiamento di uno sconosciuto, il pittore Crewe, seguendolo imprudentemente fino a casa sua. Qui l'uomo cerca di usarle violenza, e lei per difendersi lo accoltella a morte. Sconvolta, fugge dopo aver cancellato tutte le tracce della propria presenza nell'appartamento, ma non si accorge di aver dimenticato i guanti. Uno di questi viene trovato da Frank, cui sono state affidate le indagini, che lo nasconde per non compromettere la ragazza; l'altro, invece, finisce nelle mani del pregiudicato Tracy, che si presenta a casa di Alice per ricattarla. Il primo film sonoro di Hitchcock (e in generale uno dei primi della cinematografia britannica) è un thriller ad alta tensione che presenta già molti elementi che diventeranno marchi di fabbrica del regista: la suspense che monta poco a poco, coinvolgendo un personaggio inizialmente "innocente" in una vicenda da incubo; una "bionda" come protagonista (in questo caso si tratta di Anny Ondra, attrice di origine ungherese e di nazionalità cecoslovacca, che con sir Alfred aveva già lavorato nel precedente "L'isola del peccato" e che vide la sua carriera britannica interrompersi proprio con l'avvento del sonoro, per via del suo forte accento mitteleuropeo – qui è "doppiata" da Joan Barry); lo scontro finale collocato in un celebre luogo pubblico (in questo caso al British Museum). Inizialmente il film avrebbe dovuto essere muto, ma su richiesta dei produttori (che volevano sfruttare la popolarità della nuova tecnologia), Hitchcock ne realizzò due versioni diverse, di cui una sonorizzata. Stilisticamente, comunque, anche quest'ultima è ancora debitrice del cinema precedente: tutta la prima parte, addirittura, presenta rumori ambientali e una musica incalzante, ma i personaggi muovono la bocca senza emetter parole, proprio come in un film muto. Diversi gli elementi e le "trovate" registiche da segnalare: l'uso espressionistico delle ombre sui muri (che Hitchcock mutua dal cinema tedesco), la potenza evocativa del dipinto di Crewe che mostra un clown (Rigoletto?) che ride della ragazza, la chiacchierata metacinematografica tra Frank e Alice sul film da andare a vedere al cinema (il detective è convinto che la pellicola, che parla di Scotland Yard, sarà piena di errori), la salita delle scale (viste in sezione), l'inquadratura di Alice che si spoglia a casa di Crewe mentre lui suona il pianoforte, la sequenza in cui la ragazza, dopo il delitto, vaga tutta la notte per Londra, ossessionata dall'immagine del pittore morto (al punto da trasfigurare, nella sua immaginazione, persino le insegne pubblicitarie), e naturalmente l'inseguimento al ricattatore per le sale del British Museum, fino al confronto finale sul tetto. Hitchcock stesso compare in uno dei suoi camei più lunghi, nei panni dell'uomo che legge in treno e a cui un ragazzino fa i dispetti.

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