12 gennaio 2014

Giunone e il pavone (A. Hitchcock, 1930)

Giunone e il pavone (Juno and the Paycock)
di Alfred Hitchcock – GB 1930
con Edward Chapman, Sara Allgood
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Visto in divx.

Il "capitano" Boyle, scansafatiche ed ubriacone che in realtà non ha mai visto il mare ed è refrattario a ogni tentativo di cercare lavoro, vive con la famiglia in un modesto appartamento di Dublino (siamo nell'Irlanda scossa dalla guerra civile per l'indipendenza) e trascorre le sue giornate a battibeccare con la moglie Juno, a bighellonare con il compagno di bevute "Joxer" Daly e a pavoneggiarsi delle imprese passate. Nonostante la sua mancanza di iniziativa e le difficoltà economiche, le cose sembrano mettersi bene per la famiglia quando il giovane avvocato Bentham, fidanzato della figlia Mary, annuncia che è in arrivo per loro una cospicua eredità da parte di un lontano cugino. I Boyle si montano la testa e cominciano a far spese senza pensare alle conseguenze: scopriranno più tardi, però, che l'eredità non esiste. E non è tutto: Bentham ha messo incinta Mary ed è fuggito, mentre l'altro figlio Johnny viene accusato dai partigiani irlandesi di essere una spia. Tratto da un popolare dramma teatrale di Sean O'Casey, il secondo film sonoro di Hitchcock (il primo a nascere come tale, visto che "Ricatto" fu sonorizzato quando la lavorazione era già iniziata) affronta temi sociali, sfiora argomenti come la politica, la morale e la religione, ed è ambientato interamente – con pochissime eccezioni, fra cui la scena iniziale al pub – fra le quattro mura del piccolo appartamento dove vivono i Boyle. La mano del regista si vede ben poco, e sir Alfred non si concede praticamente nessun vezzo d'autore (da segnalare giusto alcuni long shot, come il prolungato piano sequenza sul volto del figlio Johnny mentre è in corso il funerale dell'uomo che ha tradito), mentre il flusso dei dialoghi procede senza un attimo di pausa: è un film assai "parlato", che peraltro ondeggia – fra un "atto" e l'altro – da commedia a tragedia, mostrando scenette di vita famigliare degne di una strip comica che culminano in un climax fin troppo melodrammatico, e perdendo forse per strada qualcuno dei tanti fili intrecciati. La Allgood vestiva i panni della saggia matrona Juno (che si contrappone alla stupidità del marito, come in una fiaba di Esopo) anche nella versione teatrale. Da segnalare, in positivo, la prova di diversi interpreti, da John Laurie nei panni del tormentato Johnny a Sidney Morgan in quelli del caratterista "Joxer".

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