14 aprile 2014

Noah (Darren Aronofksy, 2014)

Noah (id.)
di Darren Aronofsky – USA 2014
con Russell Crowe, Emma Watson
**

Visto al cinema Uci Bicocca, con Sabrina.

Versione "spettacolare" e hollywoodiana del mito biblico dell'arca di Noè (anche se il titolo del film – per ragioni di marketing, suppongo – reca la grafia inglese, "Noah"), che Aronofsky trasforma in una saga fantasy alla "Signore degli Anelli" (la scena dell'assalto all'arca, protetta dai rocciosi Vigilanti, è quasi un plagio della battaglia di Isengard con gli Ent al termine de "Le due torri"). Pur prendendosi parecchie libertà, la storia è a grandi linee quella narrata nell'Antico Testamento: l'umanità è corrotta dal male e Noè, ultimo discendente di Set (il terzo figlio di Adamo ed Eva), riceve in sogno dal Creatore l'incarico di costruire un'arca per salvare gli animali innocenti dall'imminente diluvio che purificherà la Terra. Aiutato dai Vigilanti, angeli caduti e imprigionati in corpi di pietra, dovrà però difenderla dai malvagi discendenti di Caino, guidati dal guerrafondaio Tubal-cain. Assente del tutto la dimensione religiosa e sacrale, sostituita da una mitologia barbarica e sciamanica (Matusalemme è in tutto e per tutto un mago), la pellicola – ovviamente uscita anche in 3D – punta, almeno inizialmente, gran parte delle sue carte sull'azione: lunghe scene di combattimenti, profluvio di effetti digitali, caratterizzazioni psicologiche di grana grossa, background storico-sociale (volutamente?) confuso e fuori dal tempo. Più interessante la seconda parte, quella successiva al diluvio, quando Noè si convince che il Creatore non voglia risparmiare il genere umano, e che toccherà dunque a lui assicurarsi che la sua stessa famiglia non abbia un futuro. In effetti, è proprio il tema della famiglia a essere al centro dell'intera pellicola: è essa – al di là del bene e del male – l'unico valore, l'unico legame, l'unico punto di riferimento dei personaggi, persino l'unica origine dei loro dilemmi morali (Noè e la sua famiglia di vegetariani non sembrano particolarmente scossi dalla scomparsa dell'umanità, ma guai se sono in pericolo alcuni di loro!). Al fianco del mattatore Crowe, che dà vita a un personaggio con sfumature in ogni caso non banali (come può un uomo farsi interprete di Dio?), un cast eterogeneo: Jennifer Connelly torna a essere sua moglie dopo "A beautiful mind"; Ray Winstone è un cattivo solido, seppur stereotipato; Anthony Hopkins gigioneggia nei panni di Matusalemme; e fra i giovani, più che l'harrypotteriana Emma Watson (Ila) o il belloccio Douglas Booth (Sem), va ricordato Logan Lerman nel ruolo del tormentato Cam. Buono il comparto tecnico. Nel complesso però un film del genere, non distante da tante pellicole d'azione tratte da fumetti o videogiochi e pensate per il pubblico adolescente dei blockbuster, rappresenta un deciso passo indietro di Aronofsky (che in passato si era sempre dimostrato un regista anticonvenzionale, sia pure non particolarmente raffinato) dopo i due ottimi film precedenti, "The wrestler" e "Il cigno nero". Da notare la sequenza in cui Noè racconta ai figli la storia della creazione com'è narrata nella Genesi. Sulle sue parole scorrono immagini "scientifiche" sulla formazione della Terra e l'evoluzione degli esseri viventi: una furbata, da parte dei cineasti, per tenere il piede in due scarpe, considerato che negli Stati Uniti il dibattito sul creazionismo è, ahimè, ancora aperto? Basti pensare che c'è stato chi ha criticato questo film perché "romanzerebbe" eventi reali!

3 commenti:

marco c. ha detto...

Ho letto questa recensione pensando: "Adesso cosa dirà riguardo ai due film precedenti che gli erano tanto piaciuti?". Te lo avevo detto che Aronofsky era una truffa. Con "Il cigno nero" gli era andata bene copiando "Perfect Blue", questa volta invece con il "Signore degli Anelli" gli è andata peggio. E' un uomo-truffa!

marco il bibliofilo ha detto...

i soldi sono soldi...
Aroncomesiscrive ha fatto film raffinati, ma stavolta farà un incasso grandioso (negli USA è largamente in testa)
piace ai bimbi (gli angeli nascosti in un'armatura di pietra) e agli adolescenti (Cam che si ribella al padre-tiranno), agli ecologisti (a cui l'idea di un mondo senza uomini è sempre piaciuta), alle femministe(l'umanità salvata dalle donne) e ai Tolkieniani (l'assalto di Tublcaino e i suoi all'Arca somiglia tanto alla battaglia sulle porte di Minas Tirith)
insomma, se piacciono le favole, si può vedere

Christian ha detto...

In fondo non è così male, sempre meglio de "L'albero della vita" (quello sì, un film-fuffa!). ^^