3 febbraio 2015

I fiori della guerra (Zhang Yimou, 2011)

I fiori della guerra (Jinling shisan chai)
di Zhang Yimou – Cina 2011
con Christian Bale, Ni Ni
**1/2

Visto in TV, con Sabrina.

1937: dopo la battaglia di Nanchino, la città cade in mano all'esercito giapponese. Un gruppo di studentesse adolescenti trova rifugio in una chiesa cattolica abbandonata. Qui saranno protette da un becchino americano (Bale), che si è travestito da prete, e da alcune prostitute che sceglieranno di farsi passare per loro pur di salvarle dagli stupri da parte dei soldati invasori. Da un racconto di Yan Geling (a sua volta ispirato ai veri diari di Minnie Vautrin, missionaria statunitense che protesse numerosi rifugiati durante il massacro di Nanchino), un film ambizioso e ad ampio respiro che da un lato denuncia le atrocità dell'esercito invasore (memorabile la scena, girata interamente in un piano sequenza, delle due prostitute che vengono catturate mentre tentano di recuperare i loro effetti personali nel bordello) e dall'altro celebra l'altruismo e il coraggio di eroi del tutto inaspettati: l'occidentale imboscato e ubriaco che si prende a cura in modo quasi paterno la sorte delle studentesse, e naturalmente le prostitute che si redimono sacrificandosi per le ragazzine (il tema, metaforico, è quello della "potente azione salvifica ed espiatoria del peccato che entra in chiesa e ne esce sacrificandosi per l'innocenza"). Buona – anche se a tratti scolastica – la regia di Zhang, eccellente la ricostruzione storica: ma la versione italiana appiattisce il tutto, doppiando come al solito in un'unica lingua i vari idiomi (mandarino, giapponese, inglese) parlati dai differenti personaggi. Forse un po' troppo lungo, anche se la durata è necessaria per costruire il contesto dentro il quale si svilupperà la vicenda.

2 commenti:

Jean Jacques ha detto...

Ho scoperto di recente che fosse del regista di "Hero". Devo rimediare, all'epoca credetti che fosse una produzione esclusivamente americana.

Christian ha detto...

Sì, la presenza di Christian Bale può ingannare, ma è un film completamente di produzione cinese. Zhang comunque in passato ha fatto di meglio, da "Lanterne rosse" a "Non uno di meno".