14 dicembre 2015

Leningrad Cowboys go America (Aki Kaurismäki, 1989)

Leningrad Cowboys go America (id.)
di Aki Kaurismäki – Finlandia 1989
con Matti Pellonpää, Kari Väänänen
***1/2

Rivisto in divx, con Sabrina.

In cerca di una scrittura, la band dei Leningrad Cowboys lascia la tundra sovietica per trasferirsi in America. Ma la loro musica, a base di polka e di temi popolari russi, non sembra essere apprezzata, e l'unico incarico che ricevono è quello di recarsi in Messico per suonare a un matrimonio. A bordo di una cadillac usata, i numerosi membri del gruppo attraversano così gli Stati Uniti, da New York al Texas, cercando nel frattempo di aggiornare il proprio repertorio con il rock'n'roll, il country e il blues. Road movie musicale, poetico e surreale, i cui protagonisti sono i membri di un autentico gruppo rock-pop finlandese. In precedenza si chiamavano Sleepy Sleepers: cambiarono nome proprio grazie a Kaurismäki, che aveva diretto per loro una manciata di video fra il 1986 e il 1988 ("Rocky VI", "Thru the Wire" e "L.A. Woman") e che li porterà sullo schermo una seconda volta nel 1994, nel sequel "Leningrad Cowboys meet Moses", oltre che in un film-concerto, "Total Balalaika Show". La straniante ironia del regista finnico, per la prima volta in trasferta e caratterizzata dal consueto approccio minimalista (camera fissa, lunghe pause fra una battuta e l'altra), si sposa bene con lo scenario americano, di cui mostra i sobborghi abbandonati, i bar e i locali più periferici, le strade ai margini delle località simbolo (non c'è spazio per paesaggi inflazionati o da cartolina). E la pellicola si muove fra il cinema muto (i cartelli che spezzettano la vicenda in tanti capitoletti, alcuni dei quali memorabili: "Lo picchiano selvaggiamente"), il documentario di viaggio, le metafore sociali, esistenziali e politiche (l'impresario che sfrutta i suoi musicisti, la "ribellione" contro di lui che però dura poco, fino al "ritorno della democrazia"), il tema dell'emigrazione e dei rapporti familiari interrotti (la leggenda del nonno che è andato in America e di cui "non si è saputo più nulla", il cugino – il vocalist Nicky Tesco – ritrovato per caso alla stazione di servizio), e in generale quello della nostalgia. E poi, ovviamente tanta musica, dal folk russo ai classici del rock ("Tequila", "Born to Be Wild"), passando per il country e il blues, fino alle ballate messicane cantate al matrimonio. Ci sono persino paralleli con i Blues Brothers: dall'abbigliamento dei musicisti (giacche e occhiali neri) alle loro esibizioni improvvisate nei locali country. A proposito di abbigliamento: la cifra surreale è data anche dall'insolito aspetto dei membri del complesso, che sfoggiano un ciuffo appuntito, scarpe winklepicker anch'esse a punta, e l'immancabile pelliccia per proteggersi dal freddo (da notare che il ciuffo sembra essere un tratto di famiglia, più che una scelta estetica, visto che è esibito anche da un neonato e persino dal cane di casa). Durante il viaggio, i Leningrad Cowboys portano con sé la cassa di legno che contiene il loro bassista, rimasto congelato per "essere rimasto fuori a provare durante la notte" (la cassa, piena di ghiaccio, è anche utile per conservare al fresco le lattine di birra): non è però morto, visto che nel finale sarà scongelato in tempo per suonare al matrimonio. Pur non avendo mai ambientato un film negli Stati Uniti, il cinema di Kaurismäki aveva sempre mostrato una certa affinità verso l'immaginario e la cultura americana, sia pure trasfigurata attraverso le sue rappresentazioni cinematografiche e musicali (un tratto comune a molti altri registi europei, da Wenders a Godard), e dunque si trova a proprio agio nel trasportare in questo scenario i suoi personaggi perdenti ed emarginati (impagabili alcune battute con cui questi commentano il paese in cui si trovano: "Mi domando quando inizierà la violenza", dice uno di loro a New York). Matti Pellonpää è l'avido impresario Vladimir, che sparirà nel finale solo per tornare nel sequel. Kari Väänänen è Ivan, lo "scemo del villaggio", che – pur muto e senza il ciuffo – li segue a debita distanza lungo tutto il tragitto nella speranza di entrare a far parte del gruppo. Cameo di Jim Jarmusch nei panni del venditore di auto usate.

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