10 marzo 2016

Cronaca di un amore (M. Antonioni, 1950)

Cronaca di un amore
di Michelangelo Antonioni – Italia 1950
con Lucia Bosè, Massimo Girotti
***

Rivisto in DVD.

Il film che segna l'esordio di Michelangelo Antonioni alla regia (dopo una decina di brevi documentari) è un noir all'italiana che fa simbolicamente da spartiacque fra la stagione del neorealismo (che in quegli anni stava giungendo a conclusione) e quella del disagio esistenziale e dello studio psicologico dei personaggi, elementi chiave della poetica del maestro ferrarese. Certo, il soggetto non è particolarmente originale (una coppia di amanti progetta l'uccisione del ricco marito di lei: molti critici lo considerarono una versione borghese di "Ossessione" di Visconti) e del regista dell'incomunicabilità e dell'alienazione c'è ancora poco (anche se i temi della solitudine e dell'angoscia esistenziale fanno comunque capolino), ma il film è efficace nel mettere in relazione i personaggi con l'ambiente che li circonda e nell'affrontare argomenti allora nuovi per il cinema italiano: la crisi della borghesia, il vuoto delle metropoli, il conflitto di classe. Nonostante i toni un po' melodrammatici e da fotoromanzo (genere che Antonioni conosceva bene, avendolo affrontato in uno dei suoi documentari) di una vicenda torbida e romantica al tempo stesso, e una sceneggiatura che non sfugge ad alcuni cliché nel descrivere gli elementi del "triangolo" (la moglie annoiata dalla ricchezza, il marito geloso ma ignaro, il giovane povero ma pronto a tutto), il film è sostenuto da un comparto tecnico ad alto livello, in particolare da una fotografia che ritrae con realismo le strade e i palazzi della città (di Milano si intravedono molti luoghi simbolo – l'idroscalo, il planetario, i bastioni di Porta Venezia... – ma ci sono anche alcune scene girate nella Ferrara dello stesso Antonioni) e da una regia molto attenta all'inquadratura, alla gestione degli spazi, alla costruzione psicologica dei personaggi anche attraverso la "fisicità". L'elemento più interessante è il come la fatalità si accanisca contro i protagonisti, comunque non innocenti. Anche se desiderate e volute, le disgrazie attorno a loro avvengono per un tragico caso, ottenendo l'effetto opposto a quello desiderato: separarli, anziché permettere loro di stare insieme. Lucia Bosé è giovane e bellissima. Ferdinando Sarmi è il marito, Gino Rossi è l'investigatore.

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