20 marzo 2016

Quel pomeriggio di un giorno da cani (S. Lumet, 1975)

Quel pomeriggio di un giorno da cani (Dog Day Afternoon)
di Sidney Lumet – USA 1975
con Al Pacino, John Cazale
***1/2

Rivisto in TV, con Sabrina.

Con l'aiuto del complice Sal (John Cazale), l'omosessuale disoccupato Sonny Wortzik (Al Pacino) tenta una rapina in banca nel bel mezzo di Brooklyn, poco prima della chiusura della filiale. Ma le cose vanno storte sin dal principio: la cassaforte è praticamente vuota perché il furgone portavalori è appena passato per ritirare il contante, e l'edificio viene circondato dalla polizia prima che Sonny e Sal possano darsi alla fuga. I due rapinatori non hanno altra scelta che rinchiudersi dentro la banca, prendere come ostaggi il direttore e le cassiere, e intavolare una trattativa con la polizia e l'FBI nella speranza di guadagnarsi una via di fuga (richiedono infatti un pulmino che li porti all'aeroporto, e un aereo per fuggire all'estero). Ma col passare delle ore, la situazione si complica sempre di più. Tratto da una storia vera (i cineasti hanno preso ispirazione da un articolo apparso sulla rivista "Life", che raccontava la rapina avvenuta nel 1972: come nel film, gli eventi si dipanano nell'arco di poco più di una decina di ore, in un torrido pomeriggio newyorkese), un heist movie iconico e influente, perfettamente collocato in un periodo della storia americana carico di tensioni sociali (erano gli anni della contestazione alla guerra del Vietnam, della lotta per i diritti dei neri, e della controcultura). Se l'atmosfera all'interno della banca è alternativamente tesa e rilassata (come il rapporto che Sonny e Sal instaurano con gli ostaggi), altrettanto interessanti sono le relazioni con chi è all'esterno: dalla folla di curiosi che si raduna attorno alla banca, molti dei quali manifestano solidarietà con Sonny, che viene visto come un simbolo della ribellione e della lotta contro l'ordine costituito (lui stesso è un veterano del Vietnam, e arringa la folla al grido di "Attica! Attica!", facendo riferimento alla rivolta nell'omonima prigione newyorkese che pochi mesi prima aveva messo in luce i soprusi della polizia contro i detenuti), ai mass media che vogliono intervistarlo, soprattutto dopo la rivelazione del vero motivo per cui l'uomo ha tentato la rapina in banca: procurarsi il denaro necessario per pagare l'operazione di cambio di sesso al suo amante omosessuale (Chris Sarandon). Con interpretazioni eccellenti (Pacino su tutti) e una regia solida e precisa, al film si possono perdonare facilmente alcuni leggeri scivoloni (le figure della moglie e della madre di Sonny, dipinte eccessivamente come "macchiette"): resta ampiamente carico di motivi, di temi e di significati, che spaziano al di là degli eventi narrati e contribuiscono a ritrarre – proprio come altre pietre miliari di quel periodo, per esempio "Taxi driver" – le turbolenze politiche e sociali dell'America degli anni settanta attraverso vicende personali di personaggi disadattati. Pacino e Cazale avevano già recitato insieme ne "Il padrino". Nel cast anche Charles Durning, James Broderick, Lance Henriksen, Sully Boyar e Penelope Allen. Nominato a sei premi Oscar, il film vinse quello per la sceneggiatura (di Frank Pierson).

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