17 giugno 2016

La mia vita da zucchina (Claude Barras, 2016)

La mia vita da zucchina (Ma vie de courgette)
di Claude Barras – Svizzera/Francia 2016
animazione a passo uno
**1/2

Visto al cinema Apollo, con Sabrina, in originale con sottotitoli (rassegna di Cannes).

Dopo aver provocato senza volerlo la morte della madre alcolizzata (il padre, invece, è fuggito di casa), il novenne Icare, detto "Zucchina", finisce in una struttura che ospita orfani o bambini abbandonati dai genitori, ciascuno con la sua triste storia. Ma tutti insieme, grazie a un'amicizia che si cementa con il passare del tempo, sapranno reagire alle avversità per garantirsi, almeno alcuni di loro, un futuro migliore. Dal romanzo "Autobiografia di una zucchina" di Gilles Paris, adattato da Céline Sciamma (la regista di "Tomboy"), un film d'animazione in stop motion che mostra sullo schermo, in maniera delicata e comprensibile agli stessi bambini, i traumi dell'abbandono o della separazione violenta dai genitori. Merito, prima ancora che dei dialoghi o della narrazione, dello stile visivo: dall'espressività dei personaggi, i cui occhi giganteschi e spalancati evidenziano la tristezza, la paura, la titubanza e le emozioni, al design generale di personaggi e ambienti, con immagini semplici e naif che intendono riproporre il punto di vista di un bambino (il romanzo originale era scritto in prima persona), filtrando attraverso gli occhi dell'innocenza anche i temi più scabrosi. Forse un tantino costruito a tavolino per commuovere, soprattutto nel finale: ma senza dubbio efficace e meritevole per come sa affrontare questioni difficili senza banalizzarle né scadere nel melodramma. Resto però convinto che per comunicare certi argomenti ai bambini sia meglio usare il linguaggio della fiaba o dei simboli che non spiattellare loro in faccia la realtà. Oltre alla simpatia del protagonista (e degli altri personaggi), nel cuore e nella memoria restano alcune trovate brillanti, come il "meteo dei bambini", tramite il quale i piccoli ospiti dell'istituto comunicano il loro umore.

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