5 gennaio 2017

Pietà per i giusti (William Wyler, 1951)

Pietà per i giusti (Detective story)
di William Wyler – USA 1951
con Kirk Douglas, Eleanor Parker
***1/2

Visto in TV, con Sabrina.

Una sera, in una stazione di polizia a New York, diversi casi umani si intrecciano in modo drammatico. Una ladruncola (Lee Grant), arrestata per aver rubato una borsa, e un giovane (William Reynolds) che ha derubato il proprio datore di lavoro sono in attesa di essere schedati, così come una coppia di rapinatori incalliti (Joseph Wiseman e Michael Strong) che si accusano a vicenda: ma il caso più scottante è quello di un medico, il dottor Karl Schneider (George Macready), accusato di praticare aborti clandestini, che il detective Jim McLeod (Kirk Douglas) cerca di incastrare da diverso tempo. Schneider si costituisce, accompagnato dal suo avvocato (Warner Anderson), certo che McLeod non abbia prove contro di lui (e in effetti, i testimoni che il detective aveva rintracciato si tirano indietro). Peggio ancora, l'avvocato insinua che l'uomo abbia motivi personali per perseguitare il dottore: e infatti verrà fuori che la moglie di McLeod, Mary (Eleanor Parker), in passato si era rivolta proprio al medico... Tratto da un dramma teatrale di Sidney Kingsley (ma la sceneggiatura di Robert Wyler – fratello del regista – e di Philip Yordan è abile a spogliare il film di ogni "teatralità", se si eccettua il fatto che è praticamente ambientato tutto fra quattro mura), un noir stratificato e complesso sui temi della giustizia, della vendetta, dell'odio e del perdono, con un gruppo di personaggi indimenticabili, tratteggiati magnificamente dal ricco cast. La struttura è corale ma c'è comunque un protagonista, anche se per nulla simpatetico, pieno di difetti e di ombre (è il tipico "poliziotto cattivo", mentre quello "buono" è il suo collega Lou Brody, interpretato da William Bendix), inflessibile e dai modi spicci, ossessionato da una cieca intransigenza (motivata in realtà dall'odio per il padre, più che da un innato senso di giustizia). Intensissima, in particolare, la scena del confronto con la moglie. La pellicola ebbe qualche problema con la censura: all'epoca il codice Hays proibiva di mostrare sullo schermo l'omicidio di un poliziotto (e proprio questo film contribuì a modificare la regola, consentendo di mostrare scene di questo tipo "se necessarie per la trama"), nonché di fare riferimento all'aborto (ed ecco perché, nei dialoghi, sembra che il dottor Schneider si occupi "semplicemente" di parti clandestini). Il cast è completato da Horace McMahon (il capo del distretto), Cathy O'Donnell (la ragazza innamorata del giovane ladro), e ancora Gladys George, James Maloney, Gerald Mohr, Frank Faylen. Tanto Lee Grant che Joseph Wiseman erano al loro debutto sullo schermo: la Grant, nel ruolo della ladra, vinse addirittura il premio come miglior attrice non protagonista al Festival di Cannes, ma finì sulla lista nera del maccartismo (per aver rifiutato di testimoniare davanti alle commissioni) e non trovò più parti di rilievo per i successivi dodici anni.

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