19 giugno 2017

Nothingwood (Sonia Kronlund, 2017)

Nothingwood party (Nothingwood)
di Sonia Kronlund – Francia 2017
con Salim Shaheen, Qurban Ali Afzali
**1/2

Visto al cinema Colosseo, in originale con sottotitoli
(rassegna di Cannes).

In Afghanistan (la cui quasi inesistente industria cinematografica è da lui ribattezzata Nothingwood, perché a differenza di Hollywood o di Bollywood non ci sono soldi, né risorse, né professionisti), Salim Shaheen è un popolarissimo attore, regista e produttore, idolo delle folle ed eroe di giovani ed anziani. Protagonista di oltre cento film, per lo più scalcinati B-movie d'azione con evidenti influenze del cinema indiano (a partire dai balli e dalle canzoni in playback), è un misto fra Jackie Chan (o meglio Sammo Hung, vista la stazza!) e Bud Spencer, e realizza i suoi film in giro per il paese, incurante dei pericoli e della guerra (col sorriso sulle labbra, si dichiara più volte pronto anche a morire in nome dell'arte). In questo documentario, la regista francese Sonia Kronlund segue lui e la sua troupe (costituita da pochi amici e parenti) mentre è impegnato nelle riprese di una pellicola autobiografica per raccontarne l'esuberante personalità, l'entusiasmo stakanovista, la comica rozzezza cinematografica ma anche lo sconfinato e contagioso amore per il cinema. Salim Shaheen è un personaggio larger-than-life, che in un paese martoriato da decenni di conflitti di ogni tipo (dall'invasione sovietica al regime dei talebani, dagli attacchi terroristici alla guerra civile) porta avanti quel sogno di recitare e di cantare che aveva sin da bambino e dona così gioia e ispirazione al suo popolo. Ben più di una semplice curiosità, l'interessante documentario della Kronlund (che da quindici anni fa la reporter in Afghanistan) mostra en passant allo spettatore gli spettacolari scenari delle zone più remote del paese (compresa una visita ai Buddha di Bamiyan distrutti dai talebani), presenta alcune testimonianze del recente passato e mette in luce le contraddizioni di una società fortemente maschilista. Le poche attrici non sono certo ben considerate, al punto che nella troupe di Shaheen c'è persino un attore effemminato, Qurban Ali Afzali, per interpretare all'occorrenza le parti femminili (anche Qurban è un personaggio eccentrico e provocatorio, che indossa il burqa in trasmissioni televisive che parlano dei diritti delle donne). La stessa Kronlund è accettata da Shaheem e dal suo entourage non soltanto perché straniera ma anche perché, come le dice lui stesso scherzando, "tu non sei una donna, sei un uomo!". E a proposito di contraddizioni: impagabile l'intervista all'ex combattente che rivela come persino fra i talebani, nonostante il divieto di guardare film, ci fossero numerosi fan di Salim.

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