5 luglio 2017

1999 - Conquista della Terra (J. Lee Thompson, 1972)

1999 - Conquista della Terra
(Conquest of the Planet of the Apes)
di J. Lee Thompson – USA 1972
con Roddy McDowall, Don Murray
**1/2

Visto in divx.

Nonostante il fuorviante titolo italiano (doppiamente ingannevole, perché la storia si svolge nel 1991!), questo è il quarto film della serie originale de "Il pianeta delle scimmie". Sono passati vent'anni dal precedente capitolo, e siamo in un futuro vicino ma già autoritario e distopico. Come predetto da Zira, un'epidemia ha sterminato tutti i cani e i gatti della Terra, e gli uomini li hanno sostituiti con le scimmie. Ma c'è voluto ben poco prima che scimpanzé, gorilla e oranghi fossero trasformati da animali domestici in veri e propri schiavi. Addestrate ai più disparati lavori, torturate e – se necessario – ricondizionate, le scimmie vengono vendute all'asta e sfruttate senza pietà dai loro padroni umani, che ignorano o sottovalutano colpevolmente i timidi tentativi di ribellione. Sarà Cesare (McDowell), il figlio sopravvissuto di Cornelius e Zira (non più chiamato Milo), l'unico scimpanzé evoluto e parlante sulla faccia della Terra, a guidarle alla rivolta: più che Cesare, in effetti, è un novello Spartaco. Al quarto episodio, la saga sembra acquisire un nuovo focus e si fa, se possibile, ancora più marcatamente politica. Evidenti i richiami alla schiavitù dei neri e alle battaglie sociali per i diritti civili: davanti a McDonald (Hari Rhodes), assistente afroamericano del governatore e unico a mostrare empatia verso le scimmie, Cesare esclama "Tu più di tutti gli altri dovresti capire!". E nonostante la sceneggiatura di Paul Dehn (già autore dei primi due sequel) sia a tratti semplicistica e sbrigativa (non mostra per esempio come Cesare mette insieme il proprio esercito: prima ci sono piccoli episodi di malcontento fra le scimmie, poi di colpo il protagonista è leader di un ampio gruppo: conquistato solo perché ha spartito con i compagni una banana?) e non colga del tutto le metafore del romanzo originale di Boulle (dove la rivolta degli schiavi era un riflesso di quella delle popolazioni asiatiche colonizzate dai francesi), nel complesso si tratta del migliore dei sequel originali, con sequenze coinvolgenti e ad alto impatto emotivo (fra cui le scene di guerriglia e gli scontri nelle strade, ma anche il discorso finale di Cesare): la serie di reboot prodotta dal 2011 in poi con Andy Serkis si ispirerà proprio a questo film (e al successivo), anziché al leggendario prototipo. Roddy McDowall aveva interpretato Cornelius (il padre di Cesare) nel primo e nel terzo film. Ricardo Montalbán ritorna nel ruolo di Armando, il padrone del circo dove Cesare è cresciuto, mentre Natalie Trundy (qui la scimpanzé Lisa), moglie del produttore Arthur P. Jacobs, è una vera habitué della saga, sia pure in ruoli sempre diversi (una dei mutanti telepatici nel secondo film, la scienziata umana Stephanie Branton nel terzo).

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