2 agosto 2017

I Goonies (Richard Donner, 1985)

I Goonies (The Goonies)
di Richard Donner – USA 1985
con Sean Astin, Josh Brolin
***

Rivisto in divx alla Fogona, con Sabrina, Monica e Marisa.

La zona portuale di Astoria, cittadina dell'Oregon, sta per essere demolita per costruirvi un country club. E per un gruppo di ragazzini (soprannominati i Goonies: il termine – cosa non spiegata nella versione italiana – ha origine dal nome del quartiere in cui vivono, chiamato Goon Docks, ma è usato anche come slang per indicare uno sfigato o un sempliciotto), l'unica speranza per non lasciare la propria abitazione è quella di trovare il tesoro nascosto dal leggendario pirata Willy l'Orbo in una delle caverne presso la costa. A lanciarsi a capofitto nell'avventura, con l'ausilio di un'antica mappa spagnola rinvenuta nella soffitta di casa, sono il timido e asmatico Mikey (Sean Astin, il futuro Sam Gamgee de "Il Signore degli Anelli"), che nutre una particolare fascinazione per il pirata Willy, identificandosi in lui e riconoscendolo come "il primo Goonie"; lo sbruffone Mouth (Corey Feldman), vanesio e chiacchierone; il grassoccio Chunk (Jeff Cohen), pasticcione e dall'appetito insaziabile; e il cinesino Data (Ke Huy Quan, già visto l'anno prima nel secondo film di Indiana Jones), ingegnoso inventore di mille marchingegni degni dell'agente 007. A loro, inizialmente controvoglia, si uniranno anche tre ragazzi più grandi: Brandon (Josh Brolin), fratello maggiore di Mike; Andy (Kerri Green), la ragazza di lui innamorata; e Stef (Martha Plimpton), un'amica di quest'ultima. Dovranno vedersela, oltre che con le numerose trappole e i trabocchetti che Willy l'Orbo ha disseminato nelle gallerie che conducono alla sua grotta (dove è ancora ormeggiato il suo galeone), anche con una gang di pittoreschi rapinatori italo-americani, la banda Fratelli (Anne Ramsey, Robert Davi e Joe Pantoliano), che sembrano usciti da un cartoon (ricordano la Banda Bassotti, con la mamma al posto del nonno!) e che però nascondono un segreto: un fratello mostruoso e deforme, Sloth (John Matuszak, le cui fattezze si ispirano forse al Quasimodo di Charles Laughton), che pure si rivelerà un inaspettato alleato dei nostri eroi.

Prodotto da Steven Spielberg (autore anche del soggetto), un piccolo/grande film di culto generazionale. Ai tempi della sua uscita fu ritenuto una sorta di "Indiana Jones per bambini", visto che ne riproponeva il senso di avventura, esplorazione e pericolo, sia pure in un setting meno esotico. Alcuni dei "tracobetti" di Willy l'Orbo ricordano in effetti le trappole cui deve sfuggire Indy: ma c'è anche un richiamo ai marchingegni che lo stesso Mikey ha costruito a casa sua (come quello per aprire la porta), e che rappresentano un omaggio alle vignette del fumettista Rube Goldberg. La sceneggiatura di Chris Columbus è certo infantile (con caratterizzazioni ingenue e situazioni prevedibili), ma comunque efficace, e contribuì ad affermarlo definitivamente come autore di film con (e per) bambini: da notare che si diverte a citare in una linea di dialogo il suo precedente lavoro, "Gremlins". E se la storia è semicomica e divertente, con gag di ogni tipo (dal tormentone "E io che ho detto?", ai capitomboli e alle prese in giro), c'è comunque spazio per temi "seri" come la morte (dalla scena iniziale, che mostra una (finta) impiccagione, ai tanti scheletri disseminati nelle grotte: e in ogni caso, il pericolo per i nostri eroi è sempre concreto e palpabile), l'amore (mitica la scena in cui Mikey "ruba" al fratello Brandon il primo bacio con Andy), la diversità (il deforme Sloth, rifiutato e incatenato dai fratelli ma accettato dai bambini nel loro gruppo), oltre ovviamente alla crescita, all'amicizia e al coraggio. Magnifico l'incipit, che nel giro di pochi minuti (sulle note di "Fratelli Chase") presenta tutti i personaggi. Nella bella colonna sonora di Dave Grusin spicca una canzone di Cindy Lauper ("The Goonies 'R' Good Enough"): la cantante appare anche nel video che Brandon guarda in tv. Cameo, nel finale, per il regista Richard Donner nei panni di un poliziotto. Alcune curiosità: la nave di Willy l'Orbo era ispirata a quelle dei film di Errol Flynn (come "Lo sparviero del mare" o "Capitan Blood", di cui si vedono alcuhe scene in tv). Alcune sequenze sarebbero state dirette da Spielberg in persona: quelle dei ragazzini in bici ricordano ovviamente "E.T.". Donner, dal proprio canto, cita il suo "Superman" quando Sloth ne indossa la maglietta. Fra le scene tagliate, l'incontro con una piovra (di cui però rimane traccia nei dialoghi!).

2 commenti:

Babol ha detto...

Film adorabile, un pilastro incontrastato della mia infanzia! Ho sinceramente un po' paura di mostrarlo al mio ragazzo, che da bambino si è perso un sacco di capisaldi e reagisce sempre tiepidamente guardandoli con occhio adulto e privo di nostalgia... T__T

Christian ha detto...

In effetti, è un film da guardare da piccoli: visto per la prima volta da adulti, è piacevole ma non ha lo stesso fascino.. .:)