3 dicembre 2017

Dear Wendy (Thomas Vinterberg, 2005)

Dear Wendy (id.)
di Thomas Vinterberg – Danimarca/GB/Fra/Ger 2005
con Jamie Bell, Mark Webber
**1/2

Visto in divx.

La Wendy del titolo, alla quale il protagonista scrive una lunga e accorata lettera d'amore (il grosso del film è infatti raccontato in flashback), non è una ragazza ma una rivoltella con il manico perlaceo. L'asociale orfano Dick, che vive a Estherslope, una piccola cittadina mineraria del West Virginia, scopre infatti di poter guarire dalla sua timidezza se porta Wendy sempre con sé, anche senza usarla o mostrarla a nessuno: è solo un "sostegno morale". E insieme a pochi amici, considerati fino ad allora i "perdenti" del paese, dà vita a un circolo esclusivo e segreto, i Dandies (una sorta di "setta dei poeti estinti"), la cui base sotterranea è nei vasti spazi di una miniera abbandonata. Qui i ragazzi si ritrovano, indossano abiti retrò e stravaganti (il segno che si sentono fuori posto nel mondo moderno), e indugiano in attività pseudo-culturali e di vario tipo, tutte però legate alle armi da fuoco (naturalmente non mancano le esercitazioni al poligono). Ognuno di loro ne porta con sé una o anche più, cui dà anche un nome e tratta come se fossero esseri umani o compagne di vita, e grazie a loro ritrova quella fiducia in sé stesso che prima gli mancava: ma definendosi "pacifisti", si danno la regola di non sfoggiarle né tantomeno usarle mai in pubblico. Tutto però precipita quando nel gruppo giunge un nuovo arrivato, che sembra contendere al geloso Dick i favori di Wendy... Vinterberg porta sullo schermo una sceneggiatura di Lars Von Trier, che in diversi punti ricorda il suo "Dogville", a partire dall'ambientazione artificiale (della cittadina vediamo praticamente solo la piazza centrale, ricostruita in studio a Copenhagen e denominata Electric Park, che i ragazzi dividono in varie zone, tutte identificate con dei soprannomi), dal circolo di emarginati che si impongono regole auto-limitanti destinate a essere infrante (come quelle cinematografiche del "Dogma") e dai sovratesti satirici: c'è chi ci ha visto un attacco alla diffusione delle armi negli Stati Uniti (anche coloro che le portano solo per sentirsi sicuri, e che affermano di non volerle mai usare, prima o poi finiranno per farlo), oltre che una dimostrazione su larga scala del paradigma della "pistola di Cechov" (il drammaturgo russo diceva che se si mostra un fucile appeso al muro nel primo atto di una tragedia, questo dovrà inevitabilmente sparare prima che cali il sipario). In ogni caso, per lunghi tratti il film è bizzarro e interessante, anche provocatore con il suo concetto di "pacifismo con le armi", e nella formazione e nelle dinamiche dei Dandies ritrae bene il desiderio di autodeterminazione, la solitudine e la ribellione dell'adolescenza, prima di rovinarsi con un finale grottesco e tarantiniano, per quanto inevitabile. I Dandies sono interpretati da Jamie Bell (il protagonista Dick), Mark Webber, Alison Pill, Michael Angarano, Chris Owen e Chris Owen. Bill Pullman è lo sceriffo. Nella colonna sonora, spazio agli Zombies (con "She's Not There" e "Time of the Season").

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