3 aprile 2018

The heroic trio (Johnnie To, 1993)

The Heroic Trio (Dung fong saam hap)
di Johnnie To [e Ching Siu-tung] – Hong Kong 1993
con Anita Mui, Michelle Yeoh, Maggie Cheung
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Rivisto in DVD, in originale con sottotitoli inglesi.

La supereroina Wonder Woman – sotto la cui maschera si cela Tung (Anita Mui), moglie del detective Lau (Damian Lau) – indaga su una serie di misteriose sparizioni di neonati. A rapirli (per conto di un demoniaco "maestro", un crudele eunuco dai poteri soprannaturali che intende scegliere fra loro il futuro "imperatore della Cina" e metterlo alla guida di un esercito per conquistare il mondo) è San (Michelle Yeoh), alias Invisible Girl, in grado di rendersi invisibile grazie al mantello messo a punto da uno scienziato (James Pak). Quando Tung scoprirà che San è in realtà Ching, la sua sorella da tempo perduta, riuscirà a portarla dalla propria parte. Alle due si unirà anche la mercenaria motorizzata Chat (Maggie Cheung), alias Thief Catcher: e insieme le tre eroine sconfiggeranno il nemico. Le tre attrici forse più carismatiche del cinema di Hong Kong recitano insieme in un pastiche fantastico, grezzo e kitsch, che mescola wuxia e supereroi, scenari fantasy e ambienti urbani/futuristici (la grotta sotterranea del cattivo, letteralmente sotto le strade e i tombini della città, non appare meno irreale dell'ospedale dove vengono rapiti i neonati), pathos o drammi melò e situazioni ridicole da cartoon. C'è davvero di tutto, senza porre freni alla fantasia o al (cattivo) gusto, a volte prendendosi sul serio (la morte di un bambino, con tanto di lacrima che scorre sulla maschera di Wonder Woman; la storia d'amore fra Ching e lo scienziato) e a volte schiacciando il pedale dell'ironia (il personaggio di Chat, l'elemento più comico del trio, che a differenza delle altre due eroine non usa le arti marziali ma armi da fuoco e candelotti di dinamite) o del grottesco (il guardiano della grotta Kau (Anthony Wong), che divora le proprie dita, o che sfoggia come arma una classica "ghigliottina volante"). Nel finale, c'è spazio anche per l'animazione a passo uno dello scheletro scarnificato del cattivo. Vedere insieme sullo schermo tre attrici così diverse tra loro come Anita Mui (elegante diva della canzone), Michelle Yeoh (abile atleta di arti marziali) e Maggie Cheung (meravigliosa habitué del cinema d'autore) può essere straniante, ma di certo è un testamento alla capacità del cinema di Hong Kong di mescolare i generi sotto ogni punto di vista. Il divertimento, se si sta al gioco, non manca. Il tema dei neonati in pericolo ricorda "Hard boiled" di John Woo: e uno di loro muore durante la scaramuccia fra eroine, cosa davvero impensabile in un film occidentale! Diretto da un Johnnie To a inizio carriera, il film presenta più le stimmate di Ching Siu-tung (già collaboratore di Tsui Hark e regista di celebri fantasy come "Storie di fantasmi cinesi", qui produttore e coreografo) che non quelle del futuro autore di noir della Milkyway. L'iconica canzone sui titoli di coda è cantata da Anita Mui. Il film ha ispirato, fra i tanti, Olivier Assayas (che lo citerà in "Irma Vep") e la versione hollwyoodiana di "Charlie's Angels" di McG. Nello stesso anno uscirà un sequel, "Executioners".

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